La finestra più grande che abbia mai visto è alta 18 metri, ma si tratta di una delle opere della Fiumara d'Arte, il Monumento per un Poeta Morto, realizzato da Tano Festa e più conosciuto come “La finestra sul mare”. Lungo il letto di un fiume, in uno scenario naturale compreso tra le montagne e il mare, sono state collocate nel tempo, a cominciare da oltre trent'anni fa, alcune Opere di grandi dimensioni realizzate da importanti artisti. L'iniziativa di Antonio Presti, un noto mecenate pieno di entusiasmo, ha incontrato numerose difficoltà. La presenza delle grandi sculture della Fiumara d'Arte, presso Castel di Tusa, in Sicilia, speriamo sia utile a difendere l'ambiente dalla minaccia dell'abusivismo e delle speculazioni edilizie.
Circolando per le strade di un paese o di una grande città, vistando una borgata marinara o un villaggio montano risultano più o meno evidenti le aperture sui muri perimetrali di ogni costruzione. Per chi ama fotografare è pressoché impossibile non rappresentare con personale sensibilità anche quelle aperture che illuminano gli ambienti attorno ai quali si svolge la vita quotidiana di intere famiglie.
Aperte, socchiuse o spalancate, le finestre attirano l'attenzione e riescono a trasformare l'aspetto di un edificio modificando semplicemente l'alternanza di “vuoti e pieni” del prospetto. La posizione geografica influisce sulla loro grandezza e sulla forma. Mentre nelle regioni fredde le aperture sono sottili e spesso chiuse “ermeticamente”, dove il clima è più mite occupano gran parte delle pareti e non vengono quasi mai chiuse del tutto.
Ovviamente, gli abitanti dei piani terreni sono costretti a proteggere i vetri dalle pallonate e ad impedire l'accesso degli intrusi applicando delle grate e delle robuste sbarre. Le finestre dei piani più alti, invece, ospitano spesso coppie di “colombe dal disio chiamate”.
Inoltre, se il tempo lascia ferocemente dei segni profondi sulla loro superficie, le finestre ricorrono, come certe arzille nonnine, al trucco esagerato di una vistosa tinteggiatura.
La Natura tende inesorabilmente a riprendersi gli spazi occupati dagli edifici, ed appena una casa viene abbandonata le piante più resistenti ed aggressive tendono a “fagocitarla”. Può accadere così che una barriera di spinose piante grasse, cresciuta spontaneamente sul balcone, caratterizzi incredibilmente il paesaggio urbano e catturi l'attenzione del fotografo di passaggio.
Testo e fotografie di adinapoli (s)
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