Regole del tubo.

Nel mio feed di Youtube, che il video sia di inglesi o italiani, appaiono alcuni titoli all'apparenza clickbait. I creators si stanno lamentando del sistema stesso e prendendo per buono ciò che dicono, la situazione appare stucchevole.

Un paio di cose che mi hanno colpito.

L'assistenza che rivela come l'azienda dia una immagine di sbando totale al suo interno, con un letterale muro di gomma nei confronti degli utenti creatori. Quindi poter interloquire con lo staff di Youtube è come parlare ad una divinità greca, ma quando ci si riesce sono spesso le risposte a lasciare di stucco.

La totale assenza di un sistema "educativo e informativo". Cioè le regole di youtube sono linee guida, ovvero linee di massima, che però hanno un amplissimo margine interpretativo, quindi le regole vere e proprie, sempre che esistano, sono segrete, tanto che tutti questi "youtubers" fanno delle interpretazioni personali sulle vicende che li ha coinvolti.

In un video un ragazzo dopo essere stato colpito dal famoso "strike" e perso la monetizzazione per tre mesi, al termine di questo periodo non potendo accedere nuovamente a tali strumenti chiede assistenza per capire se la cosa è voluta, se è un baco o altro. Legittime richieste, gli viene risposto che "siccome le regole cambiano così spesso, non sappiamo nemmeno quale sia il motivo del ban e di conseguenza come risolvere il problema".

Premetto che chiaramente sto esponendo per delazione, quindi assumo la buona fede dell'utente, che però dalla sua ha il fatto che non è il solo a riportare casi simili. Con quel "le regole cambiano così spesso" mi darebbe l'idea che queste siano propinate un tanto al chilo dal responsabile di quel periodo e di quell'area geografica.

Ma le regole sono spesso derogate, per cui in tendenza compaiono video con una sequela di parolacce magari prese in qualche dissing televisivo, mentre creatori di contenuti esclusivi a Youtube venivano colpiti monetariamente per molto meno. Anzi in molti video denuncia si vede come ogni volta si presuma questo o quello, che poi magari il video dopo rifacendo la stessa cosa non succede nulla.

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immagine cc0 creative commons

Se facessi un applicativo web, uno dei goal primari è quello di far comprendere all'utente come va usato, o quanto meno come vorrei che fosse usato. Ma come è possibile che gli utenti debbano presumere e fare voli pindarici invece di avere delle casistiche certe? Tra l'altro proprio con il "tam-tam" digitale l'errore o il comportamento non desiderato andrebbe a cessare nel giro di brevissimo tempo invece di vederlo reiterato, con sforzi per altro inutili di "revisori umani" che vengono invocati per capire se l'algoritmo che ha imposto quel principio abbia preso un granchio o meno.

E forse il peccato originale risiede proprio nell'algoritmo. Probabilmente non funziona proprio come dovrebbe e a forza di cercare di tararlo finisce con l'esagerare da una parte o dall'altra generando poi lo sconcerto negli utenti-creatori.

Poi c'è la questione copyright, annoso problema da sempre. Anche qui si registrano situazioni quanto meno paradossali. Anni fa ci fu l'esempio di una tv locale e un noto DJ, siccome questa ne aveva parlato in un fatto di cronaca non proprio edificante per l'immagine del DJ, costui si avvalse del copyright sul video del servizio televisivo che per altro non riportava riproduzioni artistiche dell'autore, ma solo la sua foto e il suo nome. Chiaramente ottenendo quella che di fatto fu una censura.

Ma addirittura ci sono casi in cui l'artista non è il destinatario economico, perché qualcuno "è arrivato prima di lui" a reclamarne la paternità. Chiaramente sono artisti minori, non succede certo a quelli blasonati. Così accade che per tracce audio free-to-use ad un certo punto qualcuno, che non è nemmeno l'autore reale, reclama i diritti e tutti i video che hanno riportato anche solo in parte quella musica andranno a drenare i proventi pubblicitari dai video altrui. Immaginatevi una musica di neanche 10 secondi su un video di 10 minuti che ha richiesto ore e impegno per realizzarlo, è chiaro che l'utente-creatore poi s'incazza.

Alla fine del giro poi a rimetterci è curiosamente lo stesso Youtube. Già perché molta gente ha cercato altri sistemi, come Twitch ad esempio, e più di qualcuno fa video che non c'entrano nulla con il gaming, ma qui, come per Patreon, sono gli utenti fruitori a finanziare direttamente l'utente creatore. Oppure la pubblicità viene inglobata direttamente nel video medesimo, bypassando quella di Youtube e risultando pure più efficace perché è il contenuto stesso a diventare pubblicità e non qualcosa che si interpone per giunta percepita come fastidiosa.

I conti di Youtube sono top secret, essendo una società di Google finisce tutto nel "calderone" quindi è complicato capire se il social dei video sia profittevole o meno, a quanto pare secondo molti analisti non lo è, io sono di avviso contrario visto che Google cresce costantemente e sappiamo che l'advertising sia il suo reale guadagno. I banner ormai sono preistoria, quindi mi aspetto che siano proprio i video a generare gli introiti più interessanti. Se però si finisce con il non curare gli utenti creatori da qualche parte il problema si farà vedere.

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