Pisa, ore 13.00
Doriana lesse i messaggi che sua figlia le mostrò sul cellulare.
"Ci siamo.." disse Gemma con gli occhi pieni di lacrime.
"Si amore mio. Ci siamo." le rispose stringendole una mano e baciandola in fronte "Ci siamo davvero."
Osservò il volto della figlia. Lacrime pesanti le rigavano il volto. Con sguardo perso osservava la città farsi sempre più piccola.
Le strinse ancora più forte la mano e la figlia appoggiò la testa sulla sua spalla.
Le sistemò il giubbotto sopra le gambe e si rilassò piegando lo schienale.
Socchiuse gli occhi e ripensò al destino che aveva portato lei e sua figlia su quell'aereo.
Tutto era iniziato cinque anni prima. Gemma aveva spostato, dopo dieci anni di fidanzamento, l'uomo che era stato il suo unico amore. Si erano conosciuti appena maggiorenni e si erano subito innamorati.
Il loro era stato un amore puro, passionale, dolce e forte. Avevano aspettato di sistemarsi al meglio, con un lavoro ben retribuito e una bella casetta. Ci erano voluti dieci anni, ma ce l'avevano fatta. Dopo anni di concorsi e spostamenti, era riuscita ad avere un ruolo fisso in una scuola di Roma, la sua città natale, mentre il suo compagno e futuro marito aveva trovato lavoro in un concessionario. Avevano due buoni stipendi e presero ben presto un mutuo e una bella casa. Poco dopo si sposarono.
Doriana era molto felice per sua figlia, la vedeva serena e realizzata, e lei, da madre, non poteva volere niente di più.
Ma la felicità dei due neo sposini durò poco.
Dopo poco più di un anno decisero che era il momento di mettere su famiglia, ma non andò come avevano previsto.
Ci provarono e riprovarono per mesi, ma non ci riuscivano. L'amarezza e la tristezza crescevano e le discussioni tra i due aumentarono e i due buttarono il risentimento l'uno sull'altra, finché decisero di prendersi una pausa.
Per due anni accolse sua figlia a casa. E ne era stata ben lieta, era ormai vedova da anni e riavere la figlia a casa riportò un po' di colore nella sua vita e nella sua casa, anche se all'inizio non era stato facile. L'aveva vista cedere alla depressione e piano piano, con dolcezza e amorevolezza, l'aveva tirata fuori dal buio terribile di quella malattia e l'aveva aiutata a rialzarsi.
Ma il destino, freddo e crudele, per quella fragile creatura non aveva ancora finito. E lei, da madre, si era sentita impotente.
Poco dopo la guarigione ed essere tornata la frizzante Gemma di sempre, aveva deciso di incontrare quello che a tutti gli effetti era ancora suo marito. Dopo qualche giorno, avevano comunicato a Doriana la decisione di voler tornare insieme e riprovare a costruire una famiglia e una nuova vita insieme. Di nuovo non ci riuscirono, ma affrontarono la situazione in modo diverso. Decisero di percorrere la strada dell'adozione.
Non fu una strada semplice, perché avevano optato, per volere soprattutto di Gemma, di adottare uno dei bambini africani di cui avevano sentito parlare in alcuni orfanotrofi.
La burocrazia italiana però non aiutò affatto la giovane coppia, perciò i due ragazzi decisero di guardare verso l'estero. E lì ebbero fortuna. Furono ben presto contattati da una donna ispanica, Carmen, che gestiva un orfanotrofio di bambini provenienti dal Kenya e dal Senegal.
Dopo aver studiato i volti e le cartelle di tutti i bimbi, i due seguirono il cuore, scegliendo un bambino kenyano, di cinque anni, orfano, di nome Byron.
Dopo mesi di chiamate, email e burocrazie varie tra i due stati, la giovane coppia ottenne l'affido e ben presto avrebbero comunicato loro la data in cui avrebbero potuto recarsi in Spagna per adottare definitivamente il piccolo Byron.
Doriana era felice come non mai, sarebbe diventata nonna e finalmente sua figlia, felice, avrebbe realizzato il suo sogno più grande.
Ma il destino avverso bussò alla loro porta.
Un mese prima della partenza della coppia, un tragico incidente cambiò la loro vita.
Il marito di Gemma era rimasto coinvolto in un incidente stradale, perdendo la vita.
Doriana aveva visto cadere di nuovo in pezzi sua figlia. E più forte che mai, aveva preso tra le sue braccia la sua bambina. E un pezzo alla volta, un abbraccio alla volta, una carezza alla volta, aveva rimesso insieme tutti i pezzi. I suoi e quelli della figlia.
La bella notizia che l'adozione era stata confermata, nonostante tutto, fu una benedizione, sia per Gemma che per Doriana.
Sapevano entrambe che quello sarebbe stato un dono del cielo per la loro vita.
Doriana riaprì gli occhi e osservò la sua bimba ancora avvinghiata alla sua spalla. Ormai era grande e una donna bellissima, ma ogni volta che la osservava vedeva quella bambina dai riccioli d'oro che amava ridere di gusto.
La vita era stata molto crudele con lei e con sua figlia, ma insieme, unite da un legame forte, indissolubile, si erano sempre rialzate.
Ed adesso erano su quell'aereo, in volo verso una nuova vita, e un nuovo destino.
Verso una nuova famiglia e un nuovo anello al loro legame.
Verso la rinascita.
Trasforma il tuo destino. Riscrivi la tua storia.
Con questa frase che aveva letto in un libro qualche giorno prima, si addormentò, immersa nel profumo di gelsomino dei capelli di sua figlia.
Barcellona, 17.45
Le due donne si tenevano mano nella mano. Avevano appena smesso di piangere e ricomponendosi, avevano oltrepassando la porta a vetri.
Non avevano bagagli, perciò si diressero verso la sala d'aspetto, ancora unite da quelle dita intrecciate, cariche di aspettative e speranza.
All'improvviso Gemma si fermò, tirando il braccio della madre.
In lontananza videro una donna, alta e formosa, che con una mano teneva un cartello con la scritta
Gemma&Dory
e con l'altra mano teneva stretto un bambino, vestito di tutto punto, un po' spaventato dal caos dell'aeroporto.
"Mamma..è Byron!" disse con voce quasi impercettibile e tremante.
"Si tesoro mio. È Byron. Và da lui. Io sono qui, proprio dietro di te." disse alla figlia con una piccola spinta.
Gemma si avvicinò lentamente verso il bimbo, che, lasciando la mano della donna ispanica, corse verso di lei.
I due si abbracciarono e furono attimi infiniti. Uno di quegli abbracci madre figlio dove ci si perde, dove tutto è tranquillo, senza tempo e senza preoccupazioni.
Dove c'è solo colore e calore.
Solo braccia e cuori intrecciati.
Appena Doriana si avvicinò, il bimbo si scostò da Gemma e tirò fuori dalla tasca della giacchetta colorata, un foglio che porse alla nuova nonna, per poi buttarsi di nuovo tra le braccia della donna.
Doriana aprì il foglio.
Emozionata e in lacrime, abbracciò sua figlia e suo nipote. E l'abbraccio infinito diventò anche indistruttibile.
Tutte le immagini sono di mia proprietà
Questa storia partecipa al theneverendingcontest n°6 S1-P2-I1.
Tema:
Figli
Ambientazione:
Barcellona
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