Qualcuno di voi si ricorderà il quidiciamocosì, lanciato circa tre mesi fa da @mondodidave73 con il supporto di @nicola71, dove si chiedeva di raccontare i "modi di dire" più bizzarri, che facevano parte della propria regione o provincia di residenza, sostanzialmente per farci quattro risate. Io avevo partecipato, raccontando i modi di dire della mia regione, il Piemonte e per chi se lo fosse perso, potrete rileggerlo qui.
Qualche giorno fa, chiacchierando in famiglia sulle particolarità dell'essere piemontese, abbiamo riso sul fatto che molte espressioni, appartengano solamente al nostro modo di parlare e se già esci fuori regione, le persone ti guardano in modo strano per alcune frasi, che per noi invece, sono di normale utilizzo.
Quindi, ho deciso di proporvi un piccolo aggiornamento, se così lo vogliamo chiamare, sui modi di esprimersi piemontesi.
Pertanto, tralasciando il classico ti piace la meeenta?, che ormai tutti conoscono ed è la classica presa in giro verso il piemontese doc, veniamo ad altri modi di dire. Queste espressioni o frasi non sono questa volta esclusivamente in dialetto locale, ma saranno anche parole che in Piemonte abbiamo italianizzato a modo nostro.
Com'è?
Qui non siamo soliti utilizzare la classica frase Ciao, come stai?, troppo lunga e forse troppo impegnativa che per noi è molto meglio riassumere in un semplice Com'è? che vuol dire tutto quanto!
Dui puvrun bagnà n't l'oli:
Questo è il test per eccellenza se si vuole capire se una persona è piemontese a tutti gli effetti. Nessun individuo non piemontese, non riuscirà mai a pronunciare correttamente questa frase che significa banalmente due peperoni bagnati nell'olio. In questo caso si fanno solitamente grasse risate!!!
Cos'è il passato remoto?
I piemontesi si scandalizzano quando, interloquendo con altre persone, non originarie della nostra regione, quest'ultime utilizzano il passato remoto nel colloquiare. Ma scherziamo? Ma cosa ce lo insegnano a fare a scuola a noi? Non lo utilizzeremo MAI nella vita, il piemontese si ferma al tempo imperfetto. Certo è, che prima di utilizzare il passato remoto in modo errato, come la mia vicina, che mi disse:
Quando caddei, battetti la testa!
Allora è davvero meglio fermarsi all'imperfetto!
Cicca: chewing gum o sigaretta?
Questa problematica credo appartenga solamente al Piemonte. Per noi il cicles è il chewing gum, mentre la cicca, che praticamente tutte le altre regioni d'Italia, identificano come gomma da masticare, per noi invece, è il mozzicone di sigaretta. Siamo strani eh? Si lo so, lo so!
Il problema del "solo più"
Questa espressione è per molti davvero incomprensibile! Con il vizio di italianizzare il dialetto ed abbreviare le parole, come nel primo esempio per il "com'è?", perdiamo di vista quello che è l'italiano corretto, buttiamo tutto nel calderone, per farne un bel pasticcio. Quindi, se in dialetto si dice: "yuma pù màc an toc ad pan" che in italiano corretto sarebbe abbiamo solamente un pezzo di pane, quel pù màc, ci porta completamente fuori strada perché noi lo traduciamo letteralmente e diciamo: abbiamo "solo più" un pezzo di pane. Credo che solo tra di noi piemontesi siamo a questo punto in grado di capirne il significato, anche perché il solo più, lo infiliamo con molta facilità in quasi tutte le frasi!
Facciamo che andare!
Anche in questo caso, altro esempio di traduzione letterale italianizzata a nostro piacimento dal dialetto è il fuma che n'duma e cioè facciamo che andare! Non si sa dove, ma noi con questa frase, andiamo davvero dappertutto! Peccato che non è italiano!
Voce del verbo "osare"
Purtroppo questo verbo, che in tutta Italia è utilizzato per indicare l'aver avuto coraggio o sfacciataggine per aver compiuto un azione, in Piemonte viene inserito in continuazione nelle frasi di tutti i giorni. Già perché noi non ci osiamo per esempio a chiedere un informazione a qualcuno o a dire qualcosa di importante a qualcun'altro. Per noi è sinonimo di timidezza o paura nel compiere un qualsiasi gesto.
Qui i bambini "si comprano"!
Altra disumana traduzione letterale dal dialetto piemontese all'italiano, è riservata alla nascita dei bambini! In piemontese, per sapere quando nascerà il bimbo della malcapitata donna incinta che si incontra, si chiede quanc'at cati?, che in italiano corretto si traduce in quando nasce?, la traduzione è di nuovo italianizzata e diventa quando compri?. Quindi attenzione donne perché i bambini in Piemonte non nascono, ma "si comprano"!
Con questa ultima chicca piemontese, chiudo la lista dell'uso scellerato, che solo noi piemontesi sappiamo fare della lingua italiana, sperando di avervi un po' divertito!