Il titolo del post è già eloquente, nel senso che una foto del genere potrebbe lasciar supporre che abbia intenzione di partecipare al bellissimo contest di @spi-storychain.
Ne avrei avuta anche la voglia, tanta è la gioia che mi regala questa gattonza, ma l'incombente consegna delle chiavi del negozio ha avuto la precedenza su tutto.
Ci sono anche stati due post meravigliosi che ho letto, relativi a questo contest, quello di @pawpawpaw, dove era descritta anche una storia a lieto fine, oltre a meravigliosi scatti di stupendi felini domestici, e la struggente storia del povero gatto di @piumadoro, prematuramente scomparso a soli 5 anni.
Se un accenno di lacrima mi era uscito appena dall'occhio per il primo dei due post, nel secondo ho pianto, perché la mia mente in questo periodo non riesce a stare ferma, e basta un nulla per scatenare delle emozioni, di varia natura, con un racconto di una malattia così brutale e meschina, come quella che ha colpito il povero Micron, era inevitabile lasciarmi andare a viaggi infiniti, che spaziano su campi talmente disparati che è quasi impossibile descriverli.
Ritornando al vero oggetto di questo post, ieri abbiamo chiuso per l'ultima volta la porta del negozio, la giornata di sistemazione è partita alle 14,45 e siamo montati sulla Multipla per l'ultima volta alle ore 1 e 22, per cui si può dire che la cessazione di tutto è avvenuta in data odierna.
Una mazzata, un'autentica mazzata, anche se ero riuscito a svendere praticamente tutto l'arredo principale del negozio, quello che rimaneva da sistemare, pulire, staccare e rifinire, per non lasciare traccia del nostro passaggio era veramente tanto, perché quando ci si mette dietro ai lavori, si sa quando si inizia ma non si sa quando si finisce.
Cartelloni da togliere, poster da staccare, chiodi da levare, stucco per chiudere i buchi, un paio di scansie di legno nel retrobottega, bagno da pulire, macchina del caffè da chiudere, registratore di cassa da riporre nello scatolone per defiscalizzarlo, oggetti personali da accatastare e portare in garage (tanto per cambiare), vetrofania da rimuovere (con il phon, un supplizio finale), immondizia e materiali da riciclare (il bidone vicino al negozio mi ha persino "salutato" a mezzanotte), e l'ultimo carico delle residue scarpe, da riportare al mittente a inizio settimana, ecco quello che abbiamo fatto a grandi linee.
La pausa cena è stata velocissima, ci siamo recati in una pizzeria da asporto, io sono regalato una 4 stagioni doppio impasto, e c'è stato anche un siparietto comico con il pizzaiolo...
"Sono 460 grammi di impasto, la tua pizza, è buona anche il giorno dopo", sottointendendo che non sarei riuscito a finirla, non mi conosceva...
"Questa non sopravvive alla serata", è stata la mia risposta serafica, in quanto sapevo già che avrei avuto ragione.
Terminata la pizza (veramente buona, devo ritornarci per eventualità più positive...), abbiamo ripreso a spron battuto, perché c'era il rischio, non totalmente scongiurato, di arrivare molto lunghi nei tempi di sistemazione generale, cosa che effettivamente è in parte successa, l'unica magra consolazione è che alla fine sembrava quasi che non fosse successo nulla, che non avessi vissuto un anno e mezzo dentro a quel negozio, che tutto fosse presente solo nelle nostri menti, al punto tale che la mia compagna disse....
"Guarda qua, è talmente carino che ricomincerei un'altra volta".
"La nostra possibilità l'abbiamo avuta, e ce la siamo giocata", è stata la mia dolorosa replica.
Non c'è tempo per piangersi addosso, perché la vita ha dei ritmi che sono infernali, non ci si può permettere di lasciarsi andare allo sconforto più di tanto, la porta del negozio è stata chiusa, ma restano la sistemazione del garage, la chiusura delle utenze, e soprattutto l'inizio vero e proprio della nuova avventura lavorativa, lì mi devo concentrare effettivamente, lì devo tirare fuori il meglio di me stesso, ma dentro la mia anima lo smarrimento e la tristezza per come si sono svolte le cose rimarranno, probabilmente per un lungo periodo.
P.S. me lo voglio ricordare così, arredato con il mobilio essenziale che ci eravano costruiti da soli, il pc aperto sul bancone e il calore che ci avevamo messo dentro, che peccato
Foto di mia proprietà, scattate con il mio smartphone