Certa gente è meglio che beva birra...


Foto di mia proprietà, scattata con il mio smartphone

C'era una vecchia pubblicità, se non ricordo male, di Renzo Arbore, "chi beve birra campa cent'anni", e certe persone è meglio che ne bevano parecchia, in quanto diversamente, per quell'altro detto, che dice in maniera esplicita "fatti i cazzi tuoi e camperai cent'anni", se fosse vero avrebbero i giorni contati.

Oggi mi va di essere diretto, senza limiti né peli sulla lingua, perché non sopporto quando la gente non si fa gli affari suoi.

Torno a casa, in macchina, vado giù nella rampa di accesso ai garages e saluto il mio padrone di casa, che abita nell'appartamento sopra al mio, poi suo figlio e la sua moglie.

Scendo dalla macchina, dovevo scaricare le casse dell'acqua, sento una voce stridula dire "Chi è?!?!?"

Riconoscendola immediatamente, rispondo idealmente e realmente con un bel "Stocazzo!!"

Forse starete pensando "mad-runner mad-runner, quanto sei volgare...", dopo che vi avrò detto questa cosa mi auguro cambierete opinione.

La cornacchia del "Chi è", quella che non si fa mai i cazzi suoi, è la proprietaria ormai di un solo appartamento, della palazzina in cui vivo, avendo venduto, e si è resa protagonista di un fatto increscioso, ancora conservi una dannata voglia di arrivarle nel muso, a lei e a suo marito, degno imbecille al pari suo.

Alcuni di voi ricorderanno che sono rimasto per più di un anno senza lavoro, periodo bruttissimo, e mi arrangiavo facendo piccoli lavoretti, giusto per "ammazzare il cervello".

Il pavimento dei garages si bagnava spesso, sembrava che venisse sempre dato lo straccio, ma era l'umidità che affiorava da sotto.

Sta coppia di imbecilli iniziò a spargere la voce che ero io che bagnavo, non si sa per quale ragione, il pavimento, mentre usavo esclusivamente l'elettricità, tagliando pezzi metallici o avvitando viti e bulloni.

Non finì lì, un brutto giorno questa arpia, si scagliò contro la portiera della mia compagna, al volante della vettura, e inveiva come una bestia, dicendole che dovevamo finirla di bagnare il pavimento, che la colpa era nostra, e tutto quello che le passava per la testa, spalleggiata anche da quel burattino di suo marito.

Morale della favola, dopo questa vera e propria aggressione verbale cercavo un prestesto per dirgliene quattro, ma c'era sempre qualcosa che per un mesetto me l'ha impedito, come è attivata l'occasione gli sono saltato nel muso a entrambi, incazzato nero, li ho asfaltati, intimandogli che non si dovevano mai più permettere di fare una cosa simile.

Da allora nessuno saluta più nessuno e ognuno per la sua strada, anche se le strapperei volentieri quella linguaccia che si ritrova, in quanto mi arrivano ogni tanto delle voci riportate, molto verosimiglianti, che continua a sparlare dietro, da qui la mia reazione odierna, quando posso non gliela mando di certo a dire.

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