380, il limite è quello


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La cifra riportata nel titolo non indicata la corrente elettrica, la famosa 380, la cosiddetta corrente industriale, bensi è una cifra che ho toccato per due volte, in un ambito particolare, fatto molto strano davvero.

Nella gestione dei miei ultimi due negozi ho registrato su Facebook un profilo commerciale, nella penultima esperienza sono stato coadiuvato da un caro amico, nonché personal trainer, mentre nel negozio che ho appena chiuso ho fatto più o meno tutto da solo.

Bene, alla fine della giostra, cioè alla chiusura di entrambi le attività, il numero di Mi piace presenti nei due profili commerciali è stato all'incirca 380, aspetto molto singolare, in quanto sono assolutamente certo che le persone non sono state esattamente le stesse.

C'è stato un fatto, ancora più strano e unico, che mi fece riflettere all'inizio di quest'anno, in quanto da due fonti nettamente diverse mi è stato fatto un discorso molto simile, e la seconda volta sono rimasto molto sconcertato...

Due persone diverse, che non si conoscono nella maniera più categorica, in quanto abitano a 30 km circa di distanza una dall'altra, la prima corre a piedi mentre la seconda semplicemente cammina, che si resero protagoniste di questa affermazione, quasi sovrapponibile, a pochi giorni di intervallo...

"Vedi, ho visto che hai circa 950 amici su Facebook, mentre hai circa 350 (alla fine 380) Mi piace sul profilo commerciale, la stessa cosa più o meno la avevi nel precedente profilo, ma c'è una bella differenza, perché mentre 5 anni fa tu potevi dire che avevi almeno 350 persone che erano clienti che compravano almeno un paio di scarpe all'anno, adesso di queste 350 persone, che sono certamente diverse, non ne hai più di 100 che puoi annoverare tra i tuoi frequentatori fidati, e ti dirò di più..."

Il discorso mi interessava parecchio, e continuò nel seguente modo....

"C'è un altro fatto ancora più grave, almeno 2-3 persone che tu ritieni tue amiche, o almeno buoni clienti, che mi hanno detto di provare le scarpe e poi con una scusa salutarti, per poi comprarle su internet, io non ce la faccio, non mi interessa se anche le dovessi pagare qualcosa di più, sono venuto qui ed esco con un paio di scarpe, ti ho detto questa cosa solamente perché mi dispiace di questo fatto".

Alla seconda persona che mi ripeteva questo adagio chiesi se conoscesse per caso il primo interlocutore, mi rispose negativamente, che non l'aveva mai sentito nominare, e successivamente lo richiesi anche al primo signore, che mi fornì la medesima risposta.

Forse in un altro post ho accennato a questa nuova tendenza, cioè quella di provare le scarpe per successivamente acquistarle in rete, ho cercato di trattenere il più possibile la clientela, con prezzi, sconti competitivi e concorrenziali, se devo essere onesto non mi sono mai accorto più di tanto di queste prove finalizzate, penso soprattutto che le persone non si siano neanche presentate, mentre in alcune zone d'Italia si sta diffondendo una nuova forma di servizio, quella della cosiddetta Prova Scarpe.

Non conosco esattamente i termini, ma il tutto è stato realizzato in stretta collaborazione con studi legali, allo scopo di fornire un servizio valido sotto tutti i profili, ma fondamentale è il fatto che, se un cliente si reca in un negozio che reca all'interno una tabella con scritto Prova Scarpe, sarà soggetto al pagamento di una piccola cifra, sui 5-7 euro, se non acquisterà i prodotti che ha calzato.

Occorre anche che un addetto alla vendita abbia dedicato del tempo al cliente e che le scarpe provate siano state almeno due, se l'avventore acquisterà un paio di calzature, la prova scarpe sarà logicamente gratuita.

E' un modo per tutelare la professionalità e l'investimento nella propria attività, contro il crescente fenomeno dello sfruttamento della competenza e dell'assortimento reale delle attività commerciali, in questo caso specifico di negozi sportivi specializzati nel running, ma nella capitale, nella nostra Roma, qualche apparizione di questa tabella c'è stata anche in negozi sportivi che vendono le modaiole sneakers, le scarpe sportive piatte che si rifanno ai modelli degli anni 70-80.


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Il mio pensiero su tutto quanto è che il ricorso alla rete sia giustificato quando la differenza tra il prezzo del negozio e il prezzo rilevabile sui siti web sia pari o superiore ai 20 euro, per il caso di calzature sportive, al di sotto di tale soglia ritengo che sia più corretto e logico utilizzare il canale fisico e reale del commercio, cioè il negozio più o meno tradizionale, anche perché occorre ricordare che, fondamentalmente, il commercio on-line è un sistema parassitario, in quanto necessita di negozi fisici dove la gente possa effettivamente vedere, provare, toccare, verificare il materiale da acquistare: che una nuova frontiera ed evoluzione commerciale sia quella di creare delle sorta di show-room espositive delle varie aziende??

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