Da piccola osservavo sempre con attenzione e curiosità mia nonna affaccendata sempre in tante attività che spaziavano dal far la maglia o l'uncinetto, alla preparazione delle conserve di pomodoro o le mostarde di uva, dal dar da mangiare alle galline che razzolavano nel cortile al prendersi cura di noi nipoti con tanta dedizione e pazienza.
Sicuramente una delle mie giornate preferite era quella che sarebbe stata dedicata alla preparazione del pane.
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Tutto era svolto con estrema cura e precisione, farina, acqua, sale, pochi erano gli ingredienti che avrebbero dato vita a quello che è il cibo più semplice e al contempo più buono che tutti noi ogni giorno gustiamo.
Ma c'era un ingrediente essenziale che non bisognava mai dimenticare e che era al centro di tutta la preparazione: il lievito o meglio
"u cruscenti"
come veniva chiamato in dialetto siculo.
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Grazie al lievito infatti avveniva la "magia", bisognava avere pazienza, attendere qualche ora per vedere quei piccoli impasti che si erano lasciati a riposare moltiplicarsi e aumentare di volume dando luogo cosí a tante pagnotte e generose forme di pane pronte per essere infornate e cotte, rigorosamente nel forno a legna.
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E che profumino che si sprigionava...
Oggi pensavo a tutto questo mentre rinnovavo il mio lievito madre e, sebbene non proprio allo stesso modo, cerco di continuare un pó la tradizione.
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Da circa due anni infatti è cominciata la mia avventura, un'amica me ne diede un pó e quello che per me inizialmente era un perfetto sconosciuto, adesso é diventato mio fedele compagno nella realizzazione di tantissime e golose ricette.
Vi parleró ancora di lui, di come si usa e di un bel pó di prelibatezze che mi consente di creare, intanto ve l'ho presentato...!