Come richiesto da un utente di steemit (@cryptoitaly) voglio prendere la palla al balzo e mi voglio presentare.
Mi chiamo Sabrina e ho 30 anni. Sono originaria di Torino, nata da un torinese doc e da mamma belga , di Anversa per la precisione; si sono bilingue e avevo 2 cittadinanze, sia italiana che belga, ora ho la terza cittadinanza, ma lo dirò in seguito.
Sono 3a di 4 fratelli.
Già da piccola i miei notarono, specialmente mio nonno ingegnere in pensione, la mia propensione per i numeri e per la mia curiosità verso Stephen Hawking e Isaac Asimow, cui mio nonno aveva dei manoscritti, infatti imparai a leggere abbastanza precocemente, a 3 anni e mezzo.
Oltre a questo ero già abbastanza dipendente, vedendo mia sorella maggiore e copiando quello che lei faceva, e cercando di prevalicare sul fratello minore, molte volte facendo dei dispetti.
All'età di 6 anni inizia le elementari e solo le materie scientifiche mi interessavano, cioè la matematica ed era abbastanza evidente, non mi era nemmeno difficile ricordare una data storica.
Ero abbastanza odiata e temuta dai miei compagni di scuola, nonostante fossi abbastanza mite di carattere, però se mi si metteva alle strette era abbastanza facile che mi rivoltassi.
Alle medie invece era un tantino diverso, non tanto per la mole di studio, nettamente superiore rispetto alle elementari, più che altro la maggior parte delle ragazze incominciarono a curarsi di più, alcune venivano anche truccate. Io ero sempre con jeans o tute, di terza mano (le cose usate le ho sempre amate) e magliette con i cantanti (tipo i rolling stones o i dire straits). Quindi ero automaticamente ero esclusa, e ciò non mi importava, amavo il rock e il country, che tutt'ora amo ancora, e mi ero creata amicizie prettamente maschili che amavano questo stile di musica.
Tra l'altro a 13 anni incominciai a lavorare alle vigne con mio nonno, unici giorni disponibili sia per me che per lui e una mano serve sempre.
Mi ricordo perfettamente un episodio in cui mi chiesero se volevo andare in via Roma, ora zona prettamente pedonale di Torino ed è d'élite, per fare il rinnovo del guardaroba.
Le squadrai dall alto in basso e dissi: "questi quattro stracci da pezzenti che avete, me li comprate voi figli di papà?", girai i tacchi e me ne andai, delle marche non mi importava, come non mi importava di omologarmi al resto degli altri.
Tutti i truzzetti o i figli di papà tentarono di farmi del bullismo, ma avevano sbagliato bersaglio. Mio padre essendo un ex poliziotto mi fece fare aikido e judo. Peccato, per loro, ero cintura verde (3o grado) di judo e blu di aikido, quindi il bullismo fisico e psicologico non andò a buon fine per loro, ma nemmeno tanto per me, fui sospesa per 15 giorni. Però ne valse la pena, al ritorno da scuola non mi diedero più nessun problema per tutto il restante periodo delle medie.
Durante l'ultimo anno delle medie c'era anche orientamento per le superiori, io sapevo già che cosa volessi fare da grande, diventare ingegnere.
Purtroppo c'era un'ostacolo, mio padre. voleva che facessi tutt'altro, cioè arti bianche o l'alberghiero.
Giustamente io mi impuntai, dicendo che se la mia strada era la scienza, perché fare un'altra cosa, di cui non mi interessava nulla?
I litigi e la tensione in casa era assai alta, dalla mia parte avevo il totale appoggio di mia madre, dei nonni (da parte di entrambi) e dei fratelli.
Mio padre era ostinato, non mi ci vedeva a fare un mestiere tipico di un uomo. Allora gli dissi: "Io diventerò un ingegnere, voglio fare lo scientifico con indirizzo biologico. L'alberghiero se vuoi fallo tu, a me non interessa!"
Fine prima parte