"Il quadernino", sesta puntata

Stava sorseggiando la sua amara, ma calda bevanda e quasi le sembrava di guardare se stessa dall’esterno, in quel diffuso vociare di auguri di buon anno, nessuno dei quali rivolto a lei.
D’un tratto percepì una presenza nella sedia accanto alla sua.
Era Neme. Non si era accorta del suo arrivo, ma ciò non la meravigliava, dato il cerchio alla testa e la sensazione di leggera nausea che avvertiva.
“Ciao” disse.
“Buongiorno, Rosita e buon anno” rispose l’altra che, come la sera precedente, indossava un elegante tailleur pantalone nero ed era perfettamente truccata.
“Che coincidenza incontrarsi qui stamani!”
“Tu credi?”
Rosita era un po’ imbarazzata. Non sapeva cosa chiederle, dato che non ricordava altro di lei se non il loro incontro del giorno prima.
Fu Neme a parlare: “Hai usato il quadernino?”
“Veramente no”
“Puoi cominciare oggi, è un giorno carico di energia il capodanno, se non altro per tutte le speranze e i propositi che viaggiano sul pianeta”
“Forse dovrei tenere un diario”
“Forse. Ma vedrai, ti sorprenderà”
Che strano- pensava Rosita – Perché un taccuino avrebbe dovuto sorprenderla e in che modo? Non era neppure di una marca conosciuta, tipo un moleskine. Ne aveva avuti diversi, in passato. Belli, neri, compatti. Molto comodi.
Non vedeva in cosa avrebbe dovuto differenziarsi il regalo di Neme.
Ma non voleva certo contrariare l’amica… Amica, insomma. Neppure la conosceva. Ma lei invece pareva sapere tante cose.
“Bene, Rosita. Allora, buon anno nuovo, vedrai che le cose cambieranno”
“Lo spero”
Neme si alzò e accennò un saluto, mentre usciva dal bar.
Rosita terminò il suo caffè e si avviò verso il centro della città.
Le strade erano vuote, qualche passante sparuto, nient’altro.
La sua solitudine la afferrò dolorosamente. Era meglio tornare a casa, tra le sue cose, magari avrebbe letto un libro.
(continua)

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